IL CONTO COINTESTATO È UNA BELLA IDEA?
di Giuseppe P. Statti | pubblicato il 18 aprile 2023
Tendiamo spesso, per risolvere necessità personali, ad accendere un conto cointestato con il coniuge o con un figlio. Non solo il conto ma spesso anche una posizione in titoli.
Siamo convinti così di poter trasferire ricchezza da noi verso il nostro coniuge o verso nostro figlio, convinti di poterlo fare in “barba” all’art. 782 del c.c. che prevede che la donazione deve essere fatta per atto pubblico pena la nullità.
Secondo le sentenze della Cassazione che in questi anni si sono succedute, colui che alimenta il conto cointestato con versamenti o bonifici sproporzionati, sta, di fatto, arricchendo gli altri cointestatari senza un formale atto di donazione.
Il vizio di noi italiani si ripete: siamo tutti allenatori e anche in casi come questo diventiamo tutti provetti giuristi e fiscalisti. Al limite incrociamo le dita e speriamo che non se ne accorga nessuno (leggi Agenzia delle Entrate).
E mentre noi pensiamo di aver “fregato” tutti con un bel conto cointestato… il cointestatario preleva tutto e ci lascia in “braghe di tela”: già perché il bello è che il 99% dei conti cointestati è a firma disgiunta.
Ma non finisce qui, se uno dei cointestatari (magari quello che non ha apportato neanche un euro sul conto) risultasse debitore a qualunque titolo, potrebbe essere aggredito fino al 50% del saldo a meno che il creditore non sia l’Agenzia delle Entrate che arriverebbe ad aggredire fino al 100%.
Adesso cosa fate? Lo aprite un conto cointestato?