OLTRE IL DENARO - Episodio 3

Il valore dell’aria

Voce narrante: Riccardo Santi, consulente finanziario

Il lunedì mattina, come sempre, ho aperto Investing prima del caffè. Un’abitudine più che una necessità. Leggere i mercati prima di affrontare il mondo.

Ma quel giorno, il mondo aveva deciso di fare da solo.

Il titolo della prima notizia in  alto era semplice, crudo:

Corse agli sportelli in tutta Europa. Eurozona sotto pressione.”

Ho sbattuto le palpebre come se il problema fosse la vista.

Poi ho aggiornato la pagina. Più volte.
Niente. Era tutto vero.
Le prime telefonate sono arrivate alle 7:42.
Clienti storici, gente solida, apparentemente preparata.

Mi chiedevano la stessa cosa:

«Posso ritirare tutto?»

Tutto.

Come se “tutto” fosse lì, pronto in un cassetto.
Come se il patrimonio fosse un contenitore pieno di liquido e bastasse svuotarlo.

Alle 9 ero in ufficio. In sala riunioni il silenzio era diverso dal solito.

Niente battute. Niente ironie da lunedì. Solo occhi fissi sugli schermi.

La parola “fiducia” non era ancora stata detta. Ma era già morta.

La Borsa stava crollando a strappi. I titoli bancari sospesi. Le notizie scorrevano come scariche elettriche.

Mi sono chiesto: “E adesso, cosa dico?”

Alle 10 ho chiamato Francesca, una cliente che seguo da otto anni. Vedova, tre figli, un portafoglio di tutto rispetto. Prudente. Razionale. Aveva già provato a vendere tutto online. Il sistema le aveva restituito un errore.

«Riccardo… i miei soldi dove sono?»

La sua voce era tremante, e io non avevo il coraggio di mentirle.

Sono lì. Solo… congelati. Per adesso.”

La parola “congelati” mi ha fatto rabbrividire. Come se le stessimo trattenendo l’aria, non il denaro.
Mi sono chiuso in ufficio.

Ho guardato il mio estratto conto. Il mio portafoglio. I miei investimenti.

Non perché temessi di perderli, ma perché volevo capire se avessero ancora senso.

I numeri c’erano. Ma sembravano immobili. Come animali imbalsamati.

Le azioni, i fondi, le obbligazioni. Tutti lì, perfetti, senza valore.

Perché nessuno comprava. Nessuno vendeva. Nessuno si fidava.

E allora ho pensato:

“Se nessuno compra, se nessuno vende… il denaro è aria.”

Alle 13 sono uscito per prendere un panino.

Fuori c’erano persone con i volti tesi. File davanti agli sportelli automatici.

Alcuni discutevano animatamente. Una donna piangeva.

Ho guardato le mani: erano fredde. Ma non per il vento.
Tornando, ho incrociato Marco, un giovane collega.

Mi ha detto: «Dicono che stanno lanciando una moneta digitale di emergenza. Statale. Limitata.»

Ho annuito. Poi ho chiesto: «E noi? Cosa facciamo adesso?»

Mi ha guardato con la faccia vuota. Nessuna risposta.

Sono rientrato in ufficio. Ho chiuso la porta.

Ho scritto un’e-mail, poi l’ho cancellata.

Ho preso un foglio. A mano, ho scritto tre parole:

fiducia, funzione, finzione.

Poi ho spento tutto.

Non era un gesto ribelle. Solo paura.

Fine Episodio.



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